lunedì 28 ottobre 2019

ALFRED ADLER: IL PRIMO "ERETICO" (psicologia)

Lo psichiatrica e psicoanalista austriaco Alfred Adler è il primo "eretico" che si distacca dalla societa psicoanalitica. Egli ritiene fondamentale considerare gli elementi sociali nell'esperienza dell'individuo: la nevrosi non ha un'origine sessuale, come riteneva Freud, ma dalle relazioni che l'individuo stabilisce con gli altri esseri umani e dal senso di inadeguatezza individuale.
L'individuo aspira alla superiorità, per superare un complesso di inferiorità che ognuno sperimenta, poiché ogni bambino, di fronte all'adulto, si sente debole e vulnerabile.
Lo sviluppo individuale, contraddistinto da questi elementi, si configura quindi come tentativo di compensare e di ribaltare il senso di inferiorità.
Adler considera la nevrosi come un'accentuazione del senso di inferiorità, determinata dal contesto familiare e sociale, e sottolinea come nel nevrotico prevalga la dimensione individuale su quella collettiva.
La terapia attribuisce un forte peso alla dimensione cosciente: prevede un confronto diretto e aperto tra terapeuta e psicoanalista, una libera discussione attraverso la quale il paziente è rieducato alla relazione sociale e aiutato a conciliare aspirazioni individuali ed esigenze sociali.

LA NASCITA DEL MOVIMENTO PSICOANALITICO (psicologia)

L'obbiettivo di Freud è quello di costruire una teoria coerente e condivisa che allontani il rischio di interpretazioni devianti.
La teoria freudiana esce dai ristretti confini austriaci per diffondersi in altri paesi europei e anche negli Stati Uniti, dopo le lezioni tenute da Freud, nel 1908, nel Massachusetts.
Nello stesso anno si tiene il primo congresso di psicoanalisi a Salisburgo; in seguito cominciano a crearsi le società psicoanalitiche: a Vienna, a Berlino, successivamente a Zurigo, a Londra, negli Stati Uniti, in Italia infine nel 1910 prende avvio la società psicoanalitica internazionale.
Un incontro importante per Freud è quello con Carl Gustav Jung, un giovane e brillante medico svizzero che lavora presso il prestigioso ospedale psichiatrico Burgölzli di Zurigo.
Il gruppo psicoanalitico è molto coeso e centrato sulla forte personalità di Freud, ma ben presto contrasti e posizioni differenti emergono all'interno del movimento, portando dolorose scissioni.
Il movimento si disperde nel periodo della seconda guerra mondiale, anche a causa delle persecuzioni naziste; successivamente si ricostruirà, diventando un importante riferimento per la cultura occidentale.

mercoledì 2 ottobre 2019

CIVILTÀ E SUBLIMAZIONE DELLE PULSIONI (psicologia)

Nell'opera il disagio della civiltà Freud analizza il rapporto tra l'individuo e la civiltà.
In particolare in quest'opera sottolinea l'infelicità. La civiltà implica infatti la rinuncia parziale alla soddisfazione delle pulsioni: nella società primitiva l'uomo poteva soddisfare liberamente le sue pulsioni sessuali e aggressive, ma questo comportava maggiori rischi per i singoli individui.
Il patto sociale permette costruzione della comunità sociale, la quale si fonda sulla rinuncia delle pulsioni: le energie lipidiche non utilizzate per uno scopo sessuale possono essere utilizzate per obiettivi socialmente utili.
Freud sottolinea piu volte che ognuno deve trovare la propria strada verso la felicità "ognuno deve trovare da sé il modo particolare in cui puo essere felice". E non risparmia critiche alla religione e pregiudica questo gioco di scelta.

LO SVILUPPO DELLA VITA PSICHICA (psicologia)

Freud distingue nella vita psichica tra processo primario e processo secondario.
Il processo primario riguarda l'attività psichica dell'inconscio tendente alla soddisfazione immediata dei desideri per scaricare l'eccitazione.
Il neonato risponde ad esempio a quello che Freud chiama principio di piacere.
Nel processo secondario l'attività psichica dell'io inibisce le spinte istintuali e dilaziona la soddisfazione del desiderio.
Il bambino poco a poco si adegua a un principio di realtà, per cui si rende conto che è impossibile la soddisfazione immediata delle pulsioni in ogni situazione, impara a tener conto della realtà e delle esigenze, diventa capace di rinunciare a tendenze non compatibili con essa.
Lo psichiatra austriaco Bruno Bettelheim nel suo libro espone il principio di piacere e di realtà attraverso tre porcellini.