domenica 10 novembre 2019

L'ISTITUZIONE (sociologia)

L'istituzione è l'esito del processo di istituzionalizzazione.
Istituzione sociale sono tutti quei modelli di comportamento che, grazi al processo di tipizzazione, ripetizione e oggettivazione, si sono cristallizzati in ruoli all'interno di una certa società: comportamenti che "si devono" mettere in atto e che hanno valore indipendentemente dalla personalità di chi occupa la posizione a cui sono legati.
Il tabù è un istituzione ed è una regola di comportamento valida per tutti gli appartenenti a una certa società, è l'esito finale di un processo attraverso cui il rifiuto dell'incesto è divenuto, norma oggettiva trasmessa di generazione in generazione come parte costituiva del ruolo svolto da ciascuno in quanto membro della società.
Un istituzione è un sistema di comportamento che gli individui di una certa società percepiscono come vincolanti, attraverso il processo di istituzionalizzazione, si sono irrigiditi in forme stabili di azione e di relazione sociale.
Quando si parla di comportamento vincolante, implicitamente ci si riferisce all'esistenza di un contenuto normativo delle istituzioni sociali.
Non ha importanza se sia un obbligo giuridico, un obbligo morale o una regola della buona educazione.
Ciascuna istituzione sociale implica un insieme di norme a cui gli individui ritengono di doversi assoggettare.
Il fatto che i comportamenti istituzionalizzati abbiano un contenuto normativo implica che essi siano accompagnati da un sistema di sanzioni per chi non li rispetta.

LA SOCIETÀ, UN ORGANISMO STRUTTURATO (sociologia)

L'individuo e la società sono i due termini del problema.
Di tutto ciò che compone la vita di un individuo, solo quanto riguarda direttamente il suo rapporto con le altre persone interessa la sociologia.
"Solo" è ricorrere a un eufemismo, poiché nel rapporto con gli altri si gioca gran parte dell avita umana.
La descrizione dei rapporti che quotidianamente instauriamo con altre persone potrebbe proseguire a lungo, ma quanto detto basta per cogliere l'aspetto essenziale: il rapporto che ciascuno di noi ha con la società è mediato da una serie di organizzazione, gruppi sociali, istituzioni a cui apparteniamo o con cui entriamo in contatto.
La società non è un caos indistinto di individui che interagiscono tra loro, ma un organismo strutturato, composto di una moltitudine di forme intermedie di aggregazioni.
La società è sempre articolata in gruppi e organizzazioni.
La presenza di molteplici e svariate forme di organizzazione è ciò che caratterizza il nostro vivere associato in quanto tale, è la caratteristica che emerge prima di ogni altra dall'analisi della vita all'interno di una società. 
Uno dei primi compiti della sociologia è studiare il carattere strutturato della società in tutte le sue articolazioni.
Sarà piu facile in seguito capire in che modo l'individuo conduca la propria esistenza e sviluppi i propri rapporti con gli altri.

domenica 3 novembre 2019

L'ADATTAMENTO ALL'AMBIENTE (antropologia)

Nel corso degli ultimi cinquantamila anni la specie umana si è differenziata, come abbiamo visto nel capitolo precedente, sul piano fisico, linguistico e culturale.
I gruppi umani si sono distinti tra loro per l'adattamento ai diversi ambienti del pianeta e si sono allontanati gli uni dagli altri.
Diffondendosi su tutta la terra, l'umanità ha occupato aree diversissime: le zone temperate dell'Europa, dell'Asia e dell'Africa; quelle fredde dell'area circumpolare; la regione calda e umida delle fasce tropicali africane, dell'Asia e del centro e sud America.
È quindi logico che, in presenza di ambienti cosi differenti, gli esseri umani abbiano dovuto elaborare forme di adattamento molto diverse tra loro.
Adattandosi alle varietà degli ambienti diversi, sono il risultato di un processo lungo quanto la storia di Homo sapiens. Al centro di questo processo c'è il lavoro umano: un concentrato di energia fisica e di capacità di manipolare la materia grezza, di costanza nel saper osservare e fare esperienze, di abilità nel costruire e anche di fantasia nell'immaginare soluzioni sempre nuove di fronte a sempre nuovi problemi.
L'essere umano è un essere sociale e quindi vive in comunità: ciò gli consente di coordinare gli sforzi di un numero teoricamente incalcolabile di individui, moltiplicando quindi le sue capacità di cacciare, costruire, coltivare, coltivare, allevare, estrarre, produrre strumenti per produrre altri strumenti: L'organizzazione del lavoro è quindi alla base delle relazioni umane, e queste relazioni determinano rapporti di forza e di potere, di maggiore o minore ricchezza.

lunedì 28 ottobre 2019

ALFRED ADLER: IL PRIMO "ERETICO" (psicologia)

Lo psichiatrica e psicoanalista austriaco Alfred Adler è il primo "eretico" che si distacca dalla societa psicoanalitica. Egli ritiene fondamentale considerare gli elementi sociali nell'esperienza dell'individuo: la nevrosi non ha un'origine sessuale, come riteneva Freud, ma dalle relazioni che l'individuo stabilisce con gli altri esseri umani e dal senso di inadeguatezza individuale.
L'individuo aspira alla superiorità, per superare un complesso di inferiorità che ognuno sperimenta, poiché ogni bambino, di fronte all'adulto, si sente debole e vulnerabile.
Lo sviluppo individuale, contraddistinto da questi elementi, si configura quindi come tentativo di compensare e di ribaltare il senso di inferiorità.
Adler considera la nevrosi come un'accentuazione del senso di inferiorità, determinata dal contesto familiare e sociale, e sottolinea come nel nevrotico prevalga la dimensione individuale su quella collettiva.
La terapia attribuisce un forte peso alla dimensione cosciente: prevede un confronto diretto e aperto tra terapeuta e psicoanalista, una libera discussione attraverso la quale il paziente è rieducato alla relazione sociale e aiutato a conciliare aspirazioni individuali ed esigenze sociali.

LA NASCITA DEL MOVIMENTO PSICOANALITICO (psicologia)

L'obbiettivo di Freud è quello di costruire una teoria coerente e condivisa che allontani il rischio di interpretazioni devianti.
La teoria freudiana esce dai ristretti confini austriaci per diffondersi in altri paesi europei e anche negli Stati Uniti, dopo le lezioni tenute da Freud, nel 1908, nel Massachusetts.
Nello stesso anno si tiene il primo congresso di psicoanalisi a Salisburgo; in seguito cominciano a crearsi le società psicoanalitiche: a Vienna, a Berlino, successivamente a Zurigo, a Londra, negli Stati Uniti, in Italia infine nel 1910 prende avvio la società psicoanalitica internazionale.
Un incontro importante per Freud è quello con Carl Gustav Jung, un giovane e brillante medico svizzero che lavora presso il prestigioso ospedale psichiatrico Burgölzli di Zurigo.
Il gruppo psicoanalitico è molto coeso e centrato sulla forte personalità di Freud, ma ben presto contrasti e posizioni differenti emergono all'interno del movimento, portando dolorose scissioni.
Il movimento si disperde nel periodo della seconda guerra mondiale, anche a causa delle persecuzioni naziste; successivamente si ricostruirà, diventando un importante riferimento per la cultura occidentale.

mercoledì 2 ottobre 2019

CIVILTÀ E SUBLIMAZIONE DELLE PULSIONI (psicologia)

Nell'opera il disagio della civiltà Freud analizza il rapporto tra l'individuo e la civiltà.
In particolare in quest'opera sottolinea l'infelicità. La civiltà implica infatti la rinuncia parziale alla soddisfazione delle pulsioni: nella società primitiva l'uomo poteva soddisfare liberamente le sue pulsioni sessuali e aggressive, ma questo comportava maggiori rischi per i singoli individui.
Il patto sociale permette costruzione della comunità sociale, la quale si fonda sulla rinuncia delle pulsioni: le energie lipidiche non utilizzate per uno scopo sessuale possono essere utilizzate per obiettivi socialmente utili.
Freud sottolinea piu volte che ognuno deve trovare la propria strada verso la felicità "ognuno deve trovare da sé il modo particolare in cui puo essere felice". E non risparmia critiche alla religione e pregiudica questo gioco di scelta.

LO SVILUPPO DELLA VITA PSICHICA (psicologia)

Freud distingue nella vita psichica tra processo primario e processo secondario.
Il processo primario riguarda l'attività psichica dell'inconscio tendente alla soddisfazione immediata dei desideri per scaricare l'eccitazione.
Il neonato risponde ad esempio a quello che Freud chiama principio di piacere.
Nel processo secondario l'attività psichica dell'io inibisce le spinte istintuali e dilaziona la soddisfazione del desiderio.
Il bambino poco a poco si adegua a un principio di realtà, per cui si rende conto che è impossibile la soddisfazione immediata delle pulsioni in ogni situazione, impara a tener conto della realtà e delle esigenze, diventa capace di rinunciare a tendenze non compatibili con essa.
Lo psichiatra austriaco Bruno Bettelheim nel suo libro espone il principio di piacere e di realtà attraverso tre porcellini.

mercoledì 25 settembre 2019

IL CONCILIO DI TRENTO (pedagogia)

Il timore che le dottrine conciliariste prendessero il sopravvento indusse il papato a temporeggiare di fronte alle richiesta interne interne di riforma, alla crescente opposizione di Lutero e all'espansione della sua dottrina, quando finalmente il Concilio di Trento fu convocato nel 1545, la spaccatura interna alla cristianità si era ormai consumata. Il consiglio si concluse con l'approvazione di una serie di decreti dogmatici e disciplinari, che riaffermarono le verità della fede cattolica, ristabilendo la saldezza della dottrina, messa in crisi dalle dispute teologiche, dalle contestazioni filosofiche, dal lassismo nel comportamento di parte del clero.
Di qui la grande azione educativa esercitata dalla chiesa postridentina, con l'apertura di seminari per la formazione del clero, posti sotto la vigilanza dei vescovi.
Occoreva, insomma, educare e moralizzare gli ecclesiastici e i laici: educare i genitori, i bambini, gli adolescenti, i poveri e i ricchi, gli umili e sovrani alle virtù cristiane. 
I GESUITI: durante i decenni della Riforma cattolica sorsero nuovi ordini religiosi, orientati principalmente all'educazione: quello dei barnabiti, fondato nel 1530 da Antonio Maria Zaccaria.
Non tutti i nuovi ordini originariamente erano votati all'educazione e all'istruzione, ma vi si adeguarono rapidamente, perchè raccolsero una domanda che sorgeva dalla società.
Emblematicamente, in particolare, è la vicenda della compagnia di Gesù, la comunità che fu quasi il simbolo della Chiesa postridentina.

SIGMUND FREUD (psicologia)

Nasce da famiglia ebraica nel 1856 a Freiberg, appartenente all'impero austroungarico.
Laureato in Medicina nel 1881, lavora per 2 anni in un laboratorio di zoologia. Nel 1885 lavora con il medico Jean-Martin Charcot a Parigi e poi apre uno studio e inizia a collaborare con i medico Joseph Breuer.
Entrambi usano l'ipnosi nel trattamento delle isterie. La nascita della psicoanalisi si può far risalire al 1895, quando Freud scrive la prima interpretazione di un suo sogno.
Nel 1909 tiene cinque conferenze sulla psicoanalisi negli Stati Uniti. Di ritorno nel 1910, partecipa al congresso di Norimberga organizzato dallo psichiatra Carl Gustav Jung considerato al suo successore. Le idee e le teorie di Freud sono ancora ancor'oggi dibattute, non solo in ambito medico-scientifico, ma anche accademico, letterario, filosofico e culturale.

PSICOANALISI E SOCIETÀ (psicologia)

Nel corso del 900 la teoria psicoanalitica di Sigmund Freud è stata messa in discussione da più parti, alcuni aspetti sono stati superati e lo stesso metodo terapeutico è stato rivisto e modificato: oggi la psicoanalisi non occupa più il posto di rilievo che l'ha vista protagonista per molti decenni nel secolo scorso. I cambiamenti dovuti ai processi di industrializzazione e urbanizzazione hanno modificato il senso di identità dell'individuo, che fino ad allora verteva principalmente sul ruolo che occupa all'interno della famiglia.
Lo sviluppo del capitalismo industriale permise alla famiglia di organizzarsi in modo nuovo e agli individui di immaginare per se identità extrafamiliari.
L'idea di un inconscio individuale elaborata da Freud rifletteva, i cambiamenti in atto sul piano economico-sociale.
La teoria di freudiana mette infatti l'accento sulla particolarità di ogni esperienza umana per singoli individui, sull'elaborazione assolutamente personale dei vissuti, sulle dinamiche inconsce che influenzano lo sviluppo.
Molti teorici hanno sottolineato l'ambivalenza del modello freudiano.
La critica mossa a Freud è stata quella di aver distolto dall'impegno sociale e politico a favore di un ripiegamento su se stessi.

domenica 22 settembre 2019

L'IRRIGIDIMENTO DELLE RELAZIONI SOCIALI (sociologia)

Una delle caratteristiche peculiari delle relazioni sociali è la tendenza a cristallizzarsi e a ripetersi secondo schemi sempre uguali o simili. 
Il progressivo irrigidimento delle relazioni sociali si chiama processo di istituzionalizzazione e prende questo nome perchè è il processo che sta alla base della formazione delle strutture sociali stabili, dette istituzioni.
Cercheremo ora di chiarire come avviene.
Esso si basa su due fenomeni: la ripetizioni e la tipizzazione.
All'origine dell'istituzionalizzazione vi è quella caratteristica particolare di tutto l'agire umano per cui esso è consuetudinario.
Siamo esseri abitudinari molto piu di quanto crediamo: ogni volta che sperimentiamo che una certa azione ha avuto successo e ha raggiunto lo scopo prefissato, tendiamo a ripeterla negli stessi modi.
In questo modo molte azioni diventano possibili con un basso livello di attenzione, dunque con un notevole risparmio di energie psicofisiche.

 L'INTERAZIONE E LA RELAZIONE SOCIALE (sociologia)

Posto che l'azione sociale è quel comportamento umano che avviene in riferimento reale o presunto ad altri individui, è naturale che essa sia di norma lori ' gine di un'interazione, cioè di un sistema di azioni e reazioni reciproche, tra due o più individui.
L'intera società è fatta di interazionitra individui, gruppi, organizzazioni.
Quando l'interazione si ripete o si prolunga nel tempo, essa comincia allora a "produrre" un certo contenuto stabile e tra gli individui coinvolti si forma una specie di legame, una relazione tale per cui il comportamento dell'uno tiene fin dal principio conto del comportamento atteso dall'altro, sfruttandosi di conseguenza.
Il nostro modo di comportarci non è più libero e casuale, ma sottoposta a delle attese: mi attendo che l'altro mi saluti, se non lo facessero penserei che c'è qualcosa che non va.
Seguendo l'esempio di Max Weber definiamo il rapporto tra due o più individui che orientano reciprocamente le loro azioni "relazione sociale".
Le forme che può assumere una relazione sociale sono le più disperate. Anzitutto vi sono relazioni stabili e profonde e relazioni momentanee e superficiali.
Inoltre si può distinguere tra relazioni cooperative e relazioni conflittuali, cioè tra relazioni in cui i diversi obiettivi perseguiti dai partecipanti sono in linea di massima compatibili, e relazioni in cui non lo sono.